venerdì 22 giugno 2018

2. CHARLES BAUDELAIRE

Charles Baudelaire è uno dei maggiori esponenti del simbolismo francese e il precursore del Decadentismo, incarnazione del “poeta maledetto” per eccellenza.

I FIORI DEL MALE DI BAUDELAIRE
Divide l’opera in 6 sezioni:
1.Noia e ideale
2. Quadri Parigini
3. Il vino
4. I fiori del male
5. La rivolta
6. La morte

Le poesie non sono ordinate secondo criteri cronologici, ma costituiscono una sorta di percorso esistenziale del poeta che inizia con la presa di coscienza sulla sua diversità rispetto al mondo esterno, e la sua alienazione. Il male di vivere scaturito da questa situazione porta l’autore a rifugiarsi nell’alcool, nella droga, negli amori distruttivi, unici mezzi per estraniarlo dalla realtà e fargli scoprire l’irrazionalità e un “oltre” raggiungibile solo con l’arte. Tuttavia, Baudelaire arriva alla fine a ribellarsi a Dio, rifiutando totalmente il mondo tramite la morte.

BAUDELARE, I FIORI DEL MALE: STILE.
I fiori del male è uno dei massimi esempi del Simbolismo, in quanto Charles Baudelaire crea un modo nuovo di fare poesia, con l’utilizzo di versi liberi, di un linguaggio allusivo e nuovo, musicale e simbolico. Le parole non hanno più il significato che viene loro generalmente attribuito, ma vengono caricate di un significato più profondo, nascosto, allusivo e fonico, diventando simboli e portali che conducono a un’altra realtà. In questo senso, la poesia più significativa è senz’altro Correspondances (Corrispondenze), in cui Baudelaire crea dei legami tra il reale e la poesia. La realtà concreta, la Natura nasconde dei legami invisibili tra le cose, ogni oggetto è simbolo di qualcos’altro. È il poeta colui che riesce a comprendere questi simboli che si nascondono dietro alla realtà e li rivela agli altri uomini. L’opera si caratterizza per l’uso di molte figure retoriche, come l’analogia, la sinestesia, la metafora. Il titolo stesso del capolavoro è un ossimoro a livello di significato: i fiori rappresentano la bellezza che solo l’arte può creare, mentre il “male” è il simbolo della corruzione e del degrado della società in cui Baudelaire viveva.

I FIORI DEL MALE: TEMATICHE. 
Le SPLEEN e l’IDEALE: nella prima sezione il poeta esprime la sua dualità profonda tra il male di vivere dato dalla realtà decadente, priva di valore, la noia (LE SPLEEN) e la bellezza che può essere espressa solo tramite l’arte e la poesia. 
Le corrispondenze: come spiegato in precedenza, la Natura viene vista da Baudelaire come una serie di simboli che celano significati nascosti, i quali possono essere evocati solo dal poeta.
LA FOLLIA: in Quadri di Parigi, compare il tema della follia, stato d’animo sofferente dell’autore, ma anche mezzo per perdersi e allontanarsi dalla volgarità del reale.
La città: la città è sinonimo di corruzione, volgarità, ma assume anche l’aspetto di un luogo magico in cui perdersi e ritrovarsi.
Il vino e i paradisi artificiali: nella terza sezione il vino, Baudelaire parla del vino, dell’alcol, delle droghe, della dissolutezza come unici mezzi per mettere a tacere la sua disperazione.
La rivolta contro Dio: quando la sofferenza si fa troppo grande, il poeta impreca contro Dio e si ribella a lui.
La morte: è vista da Baudelaire come l’ultimo tentativo, la speranza più grande e l’ultima illusione per fuggire dal male di vivere.


CHARLES BAUDELAIRE, RECENSIONE I FIORI DEL MALE: POETICA, SIMBOLISMO E DECADENTISMO.
L’opera di Charles Baudelaire ha riscosso una fortuna immensa, tanto da essere considerato oggi uno dei poeti più importanti dell’800 e non solo. Padre dei simbolisti e idolo dei decadenti, Baudelaire ha ispirato tutti i suoi successori illustri, come Rimbaud, Breton, Mallarmé, ma anche Pascoli, D’Annunzio, Pirandello e Svevo. I fiori del male colpisce per il contrasto tra il basso e l’alto, il brutto e il bello, l’osceno e la purezza ideale, percepiti dal poeta come due poli opposti. La sua poesia è al tempo stesso una sintesi e un superamento del romanticismo, annunciando così gli sviluppi del simbolismo e della poesia moderna. Poesia che in Baudelaire diventa un’intuizione, fatta di evocazioni che solo il poeta può cogliere per svelare ciò che si nasconde dietro la realtà. Allo stesso tempo, però, la poesia non è improvvisazione, ma richiede un faticoso studio e affinamento dei mezzi espressivi. Lo stesso Baudelaire è innovatore, ma continua a utilizzare elementi della poesia classica come l’alessandrino e la rima. Il poeta è quindi un’anima elevata che riesce a trasformare “il fango in oro”. Tuttavia, la poesia non ha fini né morali, né di divulgazione della verità né di insegnamento: “la poesia non ha altro scopo che se stessa” onde avviarci ad un FOLLE CAMMINO per raggiungere la nostra personale FELICITA' INTERIORE VERSO UN COMPLETAMENTO ULTIMO DI NOI STESSI.



Nessun commento:

Posta un commento