lunedì 25 giugno 2018

10. M. FOUCAULT


“Forse, un giorno, non sapremo più esattamente che cosa ha potuto essere la follia.” […] 
Resterà soltanto un enigma di questa Esteriorità. Quale era dunque, ci si domanderà, questa strana delimitazione che è stata alla ribalta dal profondo Medioevo sino al ventesimo secolo e forse oltre? Perché la cultura occidentale ha respinto dalla parte dei confini proprio ciò in cui avrebbe potuto benissimo riconoscersi, in cui di fatto si è essa stessa riconosciuta in modo obliquo? Perché ha affermato con chiarezza a partire dal XIX secolo, ma anche già dall’età classica, che la follia era la verità denudata dell’uomo, e tuttavia l’ha posta in uno spazio neutralizzato e pallido ove era come annullata?”

(M. Foucault)

Michel Foucault, con la Storia della follia (opera pubblicata nel 1961) , presenta il suo progetto più ambizioso ed acclamato: tracciare una grande genealogia della follia, attraverso la ricostruzione del suo profilo storico e l’attualizzazione di un’immagine che giunge a ricoprire un piano della conoscenza molto più vasto e pregnante di quanto non possa sembrare. La metodologia di ricerca che qui viene utilizzata, infatti, risulta essere decisamente paradigmatica dell’autore, in quanto fungerà da modello ermeneutico per alcuni dei suoi più importanti scritti successivi, tra cui la Nascita della Clinica e Sorvegliare e punire. L’approccio multidisciplinare (scientifico, sociale, antropologico, filosofico, artistico, etc.), la versatilità delle prospettive d’osservazione dei fatti e la coerenza dell’indagine storica sono tutti elementi che costituiscono il perno centrale dell’atteggiamento Foucaultiano nei confronti della materia trattata; e, senza dubbio, contribuiscono a fondare la validità di una delle figure intellettuali più “complete” del XX secolo. La follia sarà l’oggetto e al tempo stesso il soggetto del discorso, del suo sviluppo e della sua involuzione attraverso le epoche di una Storia che non parla solo di “cose”, ma anche di “fatti”, ai quali non si limita ad attribuire significati, ma li fa significare.
Ora, servendoci di una sintesi incisiva ma (ove possibile) esauriente, ci addentreremo attraverso gli oscuri e tortuosi meandri di una storia che è la nostra, una storia che vuole indagare la realtà delle nostre stesse fondamenta, una storia che dunque non può che ritrarsi dalla luce dell’apparenza, e alla fine riemergere dalla terra sotto spoglie più ambigue e deformi, dove la storia della ragione s’intreccia con quella della sragione, e viceversa, per lasciar spazio ad una Storia della follia.



L'ELOGIO ALLA FOLLIA


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