venerdì 22 giugno 2018

8. LUIGI PIRANDELLO

Pirandello analizzò il tema della Follia sotto molti aspetti, tra l'altro sua moglie soffriva di una malattia mentale, e riuscì a capire e ad analizzare il ruolo del Folle come l'unico capace di capire la funzione delle maschere: GENIO e FOLLIA, CREATIVITA' e MALATTIA INSIEME. E' evidente che gli artisti talentuosi debbano essere necessariamente personaggi diversi dal comune, quasi come se un pizzico di Follia fosse la condizione principale per l'esistenza del GENIO o come direbbe più specificatamente Reeko, del FOLLE considerato nella sua visione per cui egli riesce a pensare diversamente riuscendo ad ANDARE OLTRE la più scontata prospettiva di ciò che gli sta intorno poiché le sue basi non sono più quelle comuni. La Follia allora, è il grande tema del'intera opera pirandelliana; lo scrittore non lesse Freud ma i suoi testi sono un continuo richiamo alla FOLLIA, all'INCONSCIO e al SOGNO. Pirandello nello specifico inizia la sua narrativa riflettendo sull'OPPOSTO DELLA FOLLIA o "SPASMO INCONTROLLATO D'AZIONE" definito PAZZIA, in seguito alle crisi della moglie. Nella sua filosofia letteraria, il tema della Follia è legato all'idea per cui la PERSONALITA' DEGLI UOMINI NON E' UNA MA MOLTEPLICI e i suoi PERSONAGGI SI SDOPPIANO CON PIU' PERSONALITA'; QUESTE QUALIFICANO UN UOMO SOLAMENTE IN UNO STATO DI CONTINUA ILLUSIONE CHE VIENE IDENTIFICATO NELL'INDOSSARE UNA MASCHERA IN OGNI PARTICOLARE CIRCOSTANZA D'AZIONE; grazie a queste egli dal CAOS DELLA REALTA' IN CUI E' IMMERSO, si ADEGUA ALLA PARTICOLARE CIRCOSTANZA PRESENTE NELL'AZIONE DIRETTA IN QUEL PARTICOLARE MOMENTO: noi crediamo di essere "UNO" per noi stessi e per gli altri, ma in realtà siamo "CENTOMILA" INDIVIDUI DIVERSI A SECONDA DELLA PARTICOLARE VISIONE CHE CI RIGUARDA. E' proprio questo molteplice sdoppiamento di personalità che nella filosofia e negli ideali di vita che caratterizzano il fluire poetico di Federico, egli ENFATIZZA IL SUO SPIRITO ATTRAVERSO UNA POETICA TESA A RIPRISTINARE UNO STATO DI EQUILIBRIO PROPRIO INFONDENDOGLI UNA NUOVA FORZA DIVERSA DA PRIMA, RIUSCENDOGLI A FAR RAGGIUNGERE LA PERFEZIONE INTRINSECA CHE MANCA GRAZIE AL SENTIMENTO POETICO CHE RIESCE A GENERARGLI LA FORZA INTERIORE SUFFICIENTE PER FARLO. Grazie a questo così Federico per mezzo di Reeko riesce ad "ANDARE OLTRE" il suo stato di DOLORE INIZIALE.
UNO, NESSUNO E CENTOMILA
Questo romanzo, l'ultimo di Pirandello, pubblicato nel 1926, riesce a sintetizzare il pensiero dell'autore nel modo più completo. Il protagonista Vitangelo Moscarda, è un imprenditore che impone agli amministratori di liquidare la banca paterna mentre in famiglia maltratta la moglie Dida (che pur lo ama) e la induce a lasciarlo. Ella è una delle amministratrici insieme al suocero, e finisce irreparabilmente a lasciarlo. Viene informato dopo l'accaduto da Anna Rosa, un'amica di Dida, che egli, rivelandogli le proprie considerazioni sull'inconsistenza della persona, sulle forme che gli altri ci impongono, l'affascina, ma fa anche saltare il suo equilibrio psichico, e la donna, con gesto improvviso ed inspiegabile, riesce a far saltare il suo famigerato equilibrio psichico, e la donna, con gesto improvviso ed inspiegabile, gli spara, ferendolo gravemente. Ne nasce uno scandalo enorme: tutta la città è convinta che tra lui ed Anna Rosa ci sia una relazione colpevole. Vitangelo arriva infine, a donare tutti i suoi averi alla costruzione di un ospizio d mendicità, ed egli stesso alla fine ci viene ricoverato. Il protagonista, in questo ospizio arriverà alla PAZZIA TOTALE, dove però si sentirà LIBERO DA OGNI REGOLA, in quanto le sue sensazioni lo porteranno a VEDERE IL MONDO SOTTO UN'ALTRA PROSPETTIVA (la generazione di una FOLLE PREVISIONE DI UN'ESISTENZA). Vitangelo Moscarda conclude che PER USCIRE DALLA PRIGIONE IN CUI LA VITA RINCHIUDE, NON BASTA CAMBIARE NOME, L'UNICO MODO PER VIVERE IN OGNI ISTANTE, E' VIVERE ATTIMO PER ATTIMO RINASCENDO CONTINUAMENTE IN MODO DIVERSO (attraverso una FOLLE RINASCITA per l'appunto); l'uomo è quindi uno e la realtà non è oggettiva; il protagonista passa a considerarsi unico, UNO PER TUTTI, al concepire che egli non è un nulla, NESSUNO PER GLI ALTRI attraverso la presa di coscienza dei vari se stesso che vi sono in rapporto con questo, CENTOMILA; in questo modo LA REALTA' PERDE LA SUA OGGETTIVITA' ANDANDO A FINIRE NEL MONDO DEL RELATIVISMO PIU' TOTALE; nel suo tentativo di distruggere i CENTOMILA , Vitangelo viene preso per PAZZO dalla gente che non vuole accettare che l mondo concretamente sia diverso da come lo immaginava poiché non riesce ad accettare LA CONSAPEVOLEZZA DELLA CONDIZIONE NUOVA SOTTOLINEATA DALLO SCRITTORE. Vitangelo Moscarda invece rappresenta COLUI CHE HA CAPITO CHE LE PERSONE SONO SCHIAVE DEGLI ALTRI E DI SE STESSE; egli vede gli altri vivere in questa trappola, ma neanche lui ne è completamente libero (COME HA FATTO FEDERICO CREANDO IL SUO FOLLE FRATELLO INCONSCIO REEKO): il fatto che la gente lo abbia preso per PAZZO, è LA DIMOSTRAZIONE CHE E' IMPOSSIBILE DISTRUGGERE LE CENTOMILA IMMAGINI, A LUI ESTRANEE, CHE GLI ALTRI HANNO DI LUI. LA FRANTUMAZIONE DELL'IO E' IN CONCLUSIONE L'UNICA SOLUZIONE AFFRONTABILE PER L'UMANITA' SE DESIDERA UNA VITA OTTIMALE (così come la LA FOLLE ACCETTAZIONE DI FEDERICO, DELLA SUA FOLLE MATURAZIONE). Nell'opera c'è la rappresentazione della FOLLIA nel suo estremo negativo: LA PAZZIA e non con il termine di FOLLIA utilizzato come UN SINONIMO DI QUESTO. Nella poetica di Reeko, quest'ultima rappresenta l'APICE OPPOSTO ESTREMO DALLA PARTE NEGATIVA DELLA RETTA DI VITA. LA FOLLIA reekiana invece, si può definire una sorta di PAZZIA RAGIONATO E CONTROLLATA e che continuando ad utilizzare la metafora aritmetica, SI POSIZIONA NELL'ESTREMO POSITIVO DELLA PERSONALE RETTA DI VITA. Ciò si caratterizza solamente per il fatto che questa COME LA PAZZIA, NASCE E MATURA NEGLI ANGOLI PIU' NASCOSTI DELL'INCONSCIO e SI MUOVE IN BASE A REGOLE SI' CONFORMI AL REALE, MA CHE SI ESPLICANO IN CONSUETUDINI DIVERSE DALLA NORMA COMUNE.

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