martedì 12 dicembre 2017

7. LA FOLLIA COME DISTORSIONE DELLA REALTA'

Partendo dal considerare la Follia con i termini usati dai medici-ricercatori che hanno utilizzato questo termine per identificare la parte opposta a quella attraverso cui si profila l'ordine definitorio della Follia di Reeko, un ricercatore (Blankenburg) nei suoi studi, inquadra la Follia come "perdita dell'evidenza naturale delle cose" che porta un soggetto a "trasformare" la realtà. Per le persone soggette a follia, un certo modo di vedere, percepire ed agire nella vita, diventa "un'ovvietà"; questa particolare distorsione della realtà che è quindi "la perdita di questa ovvietà", viene considerata da 
Blankenburg, come frequente nel delirante e altamente specifica nel suo vissuto; essa fa riferimento al fatto che nulla, per chi inizia a delirare, è più "ovvio", ossia capace di spiegarsi da solo e che tutto rimanda a duna "spiegazione altra"e più o meno esoterica. Ora, questa necessità interiore di spiegare una realtà in precedenza ovvia e diventata poi complessa ed inestricabile, occulta e misteriosa, rappresenterebbe la base del delirio propriamente detto.

TORNA A GLI ASPETTI E LE CARATTERISTICHE DI SUA MAESTA' FOLLIA

Nessun commento:

Posta un commento