sabato 29 novembre 2014

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@@@@ 216 STUDIO D'AMORE

Mi muovo e ce l’ho dentro:
un azione costante
che della vita è vero centro
che non è distante
ma mai di preciso al centro.

Mi accorgo delle limitazioni

che possono pesare fuori davvero molto
impedendo a tutte le azioni
di fuoriuscire se le ho dal cuore tolto.

Ho troppa paura di mollare la presa
perdendola per sempre:
ciò produrrebbe quella diretta resa
a cui non so se tempre
sopportino o rimanghino in attesa.

Non so neanche se il mio scrivere sia sufficiente
o se adesso sia il mezzo maggiormente vasto
per mostrarle che non sono un mero deficiente
ma che posso anche offrirle gradevole pasto.

E allora solamente al futuro l’ardua sentenza
che mostrerà chiaro se le due anime
non possano proprio star l’una dell’altra senza
e se incompatibili urleranno: “DIAMINE!!!”

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giovedì 27 novembre 2014

19. GUERRA D'EQUILIBRIO

Fermando la spiegazione di storia sulla seconda guerra mondiale, il Sartia è colto da una "PROFONDA VERITA' " posizionatosi in piedi davanti alla cattedra guarda la classe per intero e “la saggezza fatta uomo in persona” esclama come se predicasse una sorta di Apocalisse:

…perché anche in questa classe ci vorrebbe UNA

BELLA
GUERRA!!! …      

EH,. EH!! E si Buttazzo te ci vorrebbe una bella guerra, 

UN TERREMOTO!!! E STAREMMO 

TUTTI MEGLIO… 

E anche a te Remedia e a te Franchi e a te 

Martinelli…..PERCHE’ CI VUOLE 

UN PO’ DI EQUILIBRIO 

DEMOGRAFICO!!!!!  


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martedì 25 novembre 2014

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@@@@ 215 TI PROMETTO

Stringimi forte la mano
e abbi fiducia
vedrai come poi invano
l’animo brucia
sdraiandoci sul divano
dove ci si cucia
gettando piano, piano
acqua se brucia.

Ti prometto perché i desideri mi danno vita
e farò di tutto per realizzarli
provando a rendere l’Esistenza ben nutrita
di modi chiari a manifestarli
per raggiungere la meta sempre inseguita.

Nel profondo del cuore ho impresso
una calda promessa
che mi porta a render l’animo messo
a scacciar se stressa
con la rima all’azione che poi presso.

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lunedì 24 novembre 2014

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@@@@ 214 INCANALANDO AMORE


Voglio che diventi mia luce
e che mi faccia vedere la maestra via
in cui scorgerò dove conduce
il mio profondo desiderio di una restia
catena ad anelli che si cuce
con frammenti passanti di luce a spia.

Voglio poter contare su di te come certezza
sulla quale poter sempre contare
creando così dentro di noi la gran sicurezza
per poter nel futuro ben sperare
di costruir un'Amore pieno di nostra bellezza.

Come vedete non uso dei nomi:
quando è il cuore che parla
basta solo sentire dei sintomi
per arrivar in cuor ad amarla
come ciò che si vuol per primi
dirle e con il cuore chiamarla.

Infine occorre che mi lasci andare
e questo è quello che sto facendo
nella speranza di arrivare ad Amare
scrivendo con il cuore sorridendo.

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domenica 23 novembre 2014

18. GRANDI ED ESPLICITE

FELICITAZIONI 
PER ALCUNI SUOI

ALUNNI


Luca Piccini viene chiamato dal Sartia a cancellare il gesso alla lavagna e dopo averlo fatto, il Sartia subito interviene dicendogli:"Ringraziamo il Piccini che ci ha reso un ottimo servizio, che ha scritto chiaro, ma che ha il brutto difetto di essere TROPPO LENTO!!!!! e ora chiamiamo l'ottimo Martinelli....!"

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sabato 22 novembre 2014

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@@@@ 213 L'ENNESIMA BEFFA D'AMORE

Forse ieri ho buttato quell’ultima occasione
per aver con lei una storia d’Amore normale che ora
non segue più filo conduttore per missione,
che l’uomo nelle profondità del proprio cuore adora.

Questo è triste addio a chi non ho potuto conoscere
perché afflitto da degli interessi di mora

per tutte quelle azioni che passano prima dall’uscere

arrivando a me in modo che non ancora

ha l’attitudine al comando come avvisare cameriere.


Ma perché non segnerò mai con penna un cazzo??

Pur consapevole delle problematiche a breve,
accade che stringo tutti i miei pensieri all’azzo

ma poco perché finiscono subito nel bracere.

Dei nuovi input non ce ne saranno:
ormai è finito ciò che non è iniziato

e sarò colto da lacrime tutto l’anno

per aver perso”ragazza del Creato”.
  
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giovedì 20 novembre 2014

17. NON CAMBIERETE MAI.....

Dopo l'ennesima sgridata per la lista dei panini che passava banco per banco distraendo tutti, il Sartia interviene in piedi davanti alla cattedra seccato per quello che stava accadendo:  

"Voi siete così: il panino...., il motorino...., oggi vado dall'amico....., il dolcetto.... NON PENSATE SEMPRE AL PANINO!! Va bene che è buono e fa bene, MA NON E' L'INTERVALLO!!!!"

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mercoledì 19 novembre 2014

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@@@@ 212 DALLE SCUSE AI FATTI!!! 

Speriamo che mi contatti
per vederci in qualche modo
e stando attento agli atti
proverò a legarla con nodo.
Non ci sono parole per definire quello fatto:
tra di noi era tutto chiaro,
ma è mancato quel maledetto mio diretto atto
che ha reso il dolce amaro.

Potrò anche non aver perso ancora niente
ma la devo smettere di mai segnare
l’idioma

andando in soccorso al trauma con mente
che memoria a breve ha perso dopo
il coma.


Sono già al capolinea senza neppure aver mai iniziato;
altra ferita fulminea di chi vorrebbe esser da me Amato
ed invece in una linea ottiene sbagli stupidi del Creato.

Potrò ora far qualcosa?
Magari accarezzarla con dolci parole
che possano dolce rosa
deliziarle il fondo del proprio cuore.

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@@@@ 211 CONSUETE E NOIOSE PERPLESITA'

Ancora ripenso alla gaffe commessa:
l’incontro era presente ma l’azione lontano è stata messa;
ricordo di un era che ora niente pressa
ha rimandato di nuovo quella voglia che è dentro impressa.

Ma perché rovino i miei desideri?

E’ un continuo remare per virgulti di idiozia
che non mi fan colorare quei neri
posti in cui normalmente riparato in sé stia
il mio intelletto con dei pensieri.

Un diretto modo per scappare dalla vita
assolutamente vero,
ma ditemi come potrebbe esser nutrita
nel modo più sincero
l’ostico cammino in maniera più gradita?

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COMMENTI DEL LETTORE:

martedì 18 novembre 2014

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@@ 27 PROFONDITA' MONTANA

Una sera in montagna
libera i pensieri
togliendo la magagna
di aver cieli neri
in una vita che bagna
di problemi veri. 
 
Una liberazione parziale
dettata da un ricordo costante
che accetta il tipo ideale
volgendo al sole verso levante.
Il silenzio lassù presente poi,
accarezza le insicurezze presenti
nella fragilità che dentro noi,
ostacola le ricerche onnipresenti. 

Esplori così sembianze nuove
arrivando ad individuare veri obiettivi
che cadono giù come se piove,
rendendo i punti da raggiungere attivi. 

Infinita ricerca dell’ignoto
che non offre punti fermi
perché quello che è già noto
supera il sentirsi infermi
fuggendo via lontano a moto.

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COMMENTI DEL LETTORE
Il Dylar un giorno accolse un progetto per la creazione di un particolare ascolto che seguendo dei chiari valori a rispetto venne in sintonia del gruppo ben accolto. Dei ragazzi che si sentono fuori dal gregge vedendo tutt'intorno un mondo non voluto in cui il cuore in tal maniera a fatica regge sentendosi dentro sé pienamente caduto. L’impulso di un animo spezzato a schegge di amici che ridono cantando stretti insieme in coro sulla luna dopo aver trascinato in cielo quelle tregge piene del quotidiano dolore che l’uomo senza fughe accomuna.

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@@ 26 - @@@ 44 - @@@@ 396 SNOW IN DAMASCUS

Quando la musica sedimenta,
una passione di sentimento
che forte unisce e segmenta,
fa vibrare l'Amore al vento
a due anime che si uniscono nelle note
in melodie che allo stento
rimangono da sole ad del'origini ignote
"andando oltre"il momento.


E' la vicinanza al suono
che rispecchia l'apparire interiore
di ciò che romba tuono
in colui che sente in modo priore.

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COMMENTI DEL LETTORE
Quando la musica sedimenta,
una passione di sentimentoche forte unisce e segmenta,
fa vibrare l'Amore al vento
a due anime che si uniscono nelle note
in melodie che allo stento
rimangono da sole ad del'origini ignote
"andando oltre"il momento.


E' la vicinanza al suono
che rispecchia l'apparire interiore
di ciò che romba tuono
in colui che sente in modo priore.
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@ 03 L'STINTO POETICO

Componi nel profondo di te quotidianamente
ma molti caro Reeko non ci credono;
partorisci sempre pensieri in rima nella mente
e letti, le persone ammutolite siedono
disorientate per l’armonia lessicale che si sente.

Ohibò, ma sarà allora solamente tua fortuna?
Ma io fossi in me non ci crederei troppo
visto che non c’è proprio alcunché di lacuna
venendo superato ogni “lessicale toppo”!

Ma allora Reeko,dove trovi la tua ispirazione?
Vedete,tutte queste parole il mio cuore sente
e il pensiero che tutti leggono con loro azione,
l’anima rafforzata dal passato dolore stende
attraverso una rima di parole in acida lozione.

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COMMENTI DEL LETTORE:

lunedì 17 novembre 2014

16. SPIEGAZIONI COMPLETE:

INSE
GNAMENTI PER LA PIU' 


GIUSTA FORMA CALLIGRAFICA


Pecorari è stato appena chiamato alla lavagna e appena inizia a scrivere il Sartia gli dice:
 
"Pecorelli non scrivere tutto appiccicato....PERCHE' GLI APPICCICATTICCI DANNO FASTIDIO ALLO STOMACO PERCHE' COMPRIMI LO SPAZIO!!

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domenica 16 novembre 2014

15  CORRETTI INSEGNAMENTI DI VITA SOCIALE

Durante una spiegazione il Sartia indicando prima il Barni e poi il Martinelli dice atteggiandosi con le mani come introducendo una spiegazione logica:

"Se ad esempio il Barni
DA' UN CAZZOTO AL 


MARTINELLI, QUESTO RIDARA' AL BARN

QUELLO CHE HA RICEVUTO, PERCHE' PER 

NATURA E' GIUSTO!!!!!! 

Se poi non glielo ridà allora behhh.... ALLORA E' TONTO!!!!!!"

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MODIFICHE E PERFEZIONAMENTI VARI DI PARTI DEL SITO:

-Modifiche e ottimizzazioni apportate a tutto il  CAPITOLO 3 dell'Inno alla Follia
COMMENTO DEL LETTORE CAPITOLO 3:

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CAP. 1 INNO ALLA FOLLIA: "IL RISVEGLIO" 


"Ahhrr...Che dormita!!" "Ma dove mi trovo?" Dopo essersi svegliato, improvvisamente Reeko esclama rimuginando storditamente tra sé e sé; a braccia spalancate immediatamente con un profondo respiro paragonabile solo s chi affronta un'udienza pubblica di fronte ad una moltitudine infinita di persone, ad alta voce rimugina guardandosi confusamente intorno:  ""ma dove caspita mi trovo? Questa non è camera mia!!"" Una leggera foschia in quegli istanti inizia a coprire tutto ciò che il suo sguardo riesce a scorgere; è l'alba di un giorno di metà Luglio ed un "dischetto rosso" inizia ad alzarsi lentamente in mezzo a due tigli all'orizzonte sopra i campi ad est della diga; l'ancor stordito ragazzo è disteso per terra tra delle robuste radici di un albero semi-sospeso sullo specchio dell'acqua di fronte, il cui terreno è in parte franato; lì a 2 passi si erge una pianta molto esigue nella struttura che però si trova in perfetto equilibrio con il paesaggio circostante come se rappresentasse una sottile linea che unisce terra ed acqua in una fiabesca opera d'arte; l'avventuriero osservando con attenzione il luogo che gli si protrae d’innanzi, esclama ad alta voce sbigottito per tutto ciò che in quell'attimo il suo occhio sta vedendo: ""mah, davanti a me c'è una diga! Dove sono finito?""; un mare di pensieri in quell'attimo incominciano a "bussargli" forte nella mente domandandogli tutti insistentemente dove mai si fosse svegliato;

Lentamente le nuvole coprono la luce in modo naturale
eliminando la superficialità con candore
sotto un’impercettibile quanto lievissima forma spettrale
che evidenzia ogni mio battito del cuore. 
Ah la natura incontaminata
regna sovrana senza altre regole 

e per quello che era stata, 
subordina tasselli creanti la mole 

che senza freni è innescata
producendo azioni tiranti il soleinfondendo le scie d'innata
potenza di ciò che aver si suole.

Ecco in quel momento davanti a lui prendere forma riemergendo lentamente dagli scuri naturali di primissima mattina, un bacino artificiale per la raccolta delle acque piovane costruito con l'intento di irrigare gli estesi campi coltivati circostanti dove Federico da piccolo veniva frequentemente. Ricomponendo allora nella situazione presente tutti i pensieri che gli stanno affollando la mente, con un gran sorriso esclama subito ad alta voce:""nohh!! Ma tu sei la mia amata dighetta di Corpo Sano!! Non ci posso credere!E' da una vita che non ti rivedevo!!""

Bella anche se di triste color giallastro:
ti cullano d'amore i profondi pensieri miei
perché al passato ti legano con nastroprendendoti sempre e solo per come sei!

L'apparenza non mi farà proprio capire

perché mi si gonfia il cuore dopo una tua visione
ma cercherò con saggezza di riempire
l'intelletto altrui attraverso la mia"Folle missione".
Compenetrare la bellezza della natura
alla ricerca della mia più profonda origine
che alzerà l'ideale ad un'alta statura 
riempiendolo d'intenso senso di vertigine.

Con il viso dipinto sempre più marcatamente dallo stupore, davanti a lui sta incominciando a delinearsi la diga di "Corpo Sano": un bacino per la raccolta delle acque piovane costruito per la necessità di irrigare i campi coltivati circostanti e situato a 2 km di distanza dalla casa presso cui l’ancor Federico, è cresciuto insieme alla propria famiglia per più di 10 anni prima di trasferirsi più vicino al centro della città dopo che a causa di un incidente stradale, Martinelli Federico finì in carrozzina a seguito di una lesione midollare che gli causò uno schiacciamento della settima vertebra cervicale obbligandolo a vita a doversi spostare per muoversi autonomamente con una sedia a rotelle; tranquillizzatosi allora, egli ricorda allora i tempi remoti in cui veniva qui da solo a scrivere e quelli attuali, di diversa costituzione, dove è sempre pervenuto in quel paradiso di campagna insieme a qualche caro amico o in solitudine, espletando in compagnia o da solo pensieri conditi da un avvenire ancora incerto che morbidamente si vanno a posare sul suo più profondo interiore aggiungendo ad ogni istante ulteriori pedine di mentale innovazione. Nell'attuale stato mentale di Reeko, si generano ogni volta incomprensibili quanto genuini movimenti di felicità che riempiono completamente tutti i suoi spazi celebrali, creando in questa maniera una sua propria fermezza di pensiero: come l'acqua riesce a colmare tutti gli spazi vuoti di una bottiglia, così il fluire mentale di Reeko acquista in questo modo un proprio stato di genuinità riuscendo a coprire tutti quei canali che il proprio intelletto ha lasciato finora vuoti; sono momenti di completezza in una realtà coperta dall'instabilità che demarca continuamente la Folle mente del ragazzo... Il giovane se ne sta così completamente avvolto in una lieve brina mattutina generata continuamente dal calore del sole che colpisce la fredda acqua mattiniera della diga evaporando in modo ripetitivo, stando steso a ridosso di una grande quercia in prossimità di un maestoso campo di barbabietole da zucchero; in questa maniera Reeko respira profondi pensieri che non fanno altro che trasformarsi in attimi di pura creazione. Immerso in quest'ambiente così primordiale egli commenta ad alta voce a conclusione del viaggio interiore intrapreso dal ricordo del luogo, ridestandosi nel presente che lo circonda: ""ma come caspita ho fatto a venire fin qua?"" In lontananza allora, mentre è avvolto da un infinità di dubbi e domande su come mai si trovasse in quel luogo così distante dall'abitazione dove viveva e in una situazione tale come se il fato stesso sembrasse averlo in un istante riportato indietro alla sua vita precedente, Reeko scorge in lontananza lungo la strada, la sua Renault Clio.

Ciao Divina dai "capelli metallizzati";
non sei modella né tanto meno respiri 
ma analizzando meglio i mentali spiri,
tutti al tuo passaggio sono imbarazzati:
""si nascondono di giorno, come vampiri
perché per invidia sono davvero stremati!""

Ti muovi in te leggiadra
per strade di campagna
e al passaggio ben bagna
gruppi che in squadra 
proseguono senza lagna
gioendo se non quadra 
il percorso dritto a gogna..

Non si troveranno mai dei motivi
per far capire agli uomini l'importanza
che porterà il loro spirito da vivi
a librarsi per strade della loro infanzia.

Da steso girandosi istintivamente su di un lato e facendo forza sul gomito, Reeko si mette seduto con un colpo di reni; subito cerca allora di alzarsi in piedi ma senza riuscire a muovere neanche un dito. Ecco allora un marcato sorriso che gli comincia a delineare la vera realtà della sua situazione mentre un roboante boato gli stordisce la mente gridandogli: ""ma che diamine fai Reeko? Guarda che non riuscirai mai a muovere neanche un dito dei piedi: non puoi camminare!!"" Ancor completamente confuso e rintontito per la sonnolenza mattiniera del risveglio, lo sbadato giovane si era infatti completamente dimenticato che non avrebbe mai potuto ergersi eretto perché affetto da una mielolesione post-traumatica che lo aveva colpito alla 7° vertebra cervicale del midollo a seguito di un terribile quanto stupido incidente stradale avvenuto mentre stava andando con la sua vecchia automobile a fare delle "fottutissime" fotocopie del contratto della casa dove all'epoca abitava a Perugia insieme a dei suoi amici, di fronte ad una rinomata cartoleria della città ad un passo dalla casa dove all'epoca abitava. Ritornato se stesso, scuote la testa e si guarda intorno vedendo dietro le proprie spalle una carrozzina per un'autonoma deambulazione: oggetto visto con così negativo occhio una volta e tanto amato e desiderato invece ora perché unico mezzo per un effettivo movimento...""Ecco dove eravate mie gambe!! Ma che fate? Voi che potete muovermi scappate via?""; sorridendo dopo una delle sue "ironicamente macabre battutine” che dopo l'incidente lo hanno sempre contraddistinto Reeko mani a terra, comprime il suolo con dei decisi balzelli raggiungendo la pedana bassa della carrozzina su cui stanno di norma appoggiati i piedi; arrivato a ridosso di questa, afferra immediatamente ed istintivamente come abitudine, i due segmenti curvilinei in ferro posizionati nella parte laterale sotto al sedile a gran voce e con vigore grida: ""uno, due, tre, via!!"" In quell'istante, con una potenza sui tricipiti delle braccia impressionante, Reeko riesce ad alzarsi di mezzo metro con il sedere e con un decisivo colpo finale di reni si mette seduto; ecco che subito un sospiro prolungato uscirgli dalla bocca e alzando la testa, con un sorriso di soddisfazione urla a gran voce: ""tieh! Questo per tutti coloro che con sicurezza e pieni di sé, dicevano che non sarei mai stato capace di riuscire a tornar seduto in carrozzina da terra con l'unica forza delle mie braccia vista la mia "alta" lesione midollare!"" Ricomposto per potersi muovere in piena autonomia, Reeko osserva allora i raggi del sole che colpiscono la fredda brina mattutina creando una foschia luminosa sopra al palmo dell'acqua come se fosse un bianco telo che coprisse tutto morbidamente; poi spinge le ruote facendo forza con un movimento continuo e rotatorio delle mani sui segmenti metallici curvilinei imbottiti di gomma-piuma posti parallelamente alle ruote e in un baleno raggiunge Madame Cliò; aperto lo sportello principale della vettura, afferra una tavoletta in ferro rivestita di gomma piuma appoggiata eretta di fronte al sedile per la guida; inserendola meccanicamente in dei chiavistelli di plastica posti sulla parte laterale del sedile, con un deciso colpo di reni fa un balzo in avanti facendo scivolare i piedi per terra davanti al piedistallo della carrozzina; prende poi un piccolo piano in metallo rivestito di morbida gomma piuma e lo posiziona lateralmente; con l'istinto dettato ormai dall'abitudine, afferra poi stretta la maniglia posizionata alta nella parte interna della macchina sopra al finestrino e gli dà un forte strattone andando con uno slancio prima seduto sopra la barra posizionata accanto al sedile ed infine per inerzia della spinta, passa di slancio dentro comodamente seduto sul sedile alla guida; osservando la sedia a rotelle rimasta fuori alla sua sinistra, il Folle ragazzo sorride poi e con uno sguardo di sfida, esclama ironicamente ad alta voce: ""e tu che fai cara lì fuori? Non entri? Non ci riesci con le tue forze?Ma non eri tu a "scarrozzare" il disabile? Eh ora miga sarai diventata disabile pure tu! Allora aspetta che ti aiuterò io, non ti preoccupare..."" In quel mentre afferrando i raggi di una ruota, il giovane gli dà un forte strattone ribaltandola per terra e girandola in modo che una ruota toccasse il suolo; poi premendo con decisione un pulsante in plastica posizionato centralmente alla sua circonferenza dove partono tutti i raggi in metallo, questa subito automaticamente si stacca e Reeko riesce così a sollevarla staccandola dalla seduta; infine l'appoggia attraverso un movimento di rotazione del busto, sul sedile posteriore; identica manovra viene fatta anche per l'altra finché schiacciando lo schienale in basso, la carrozzina viene completamente ripiegata dandogli un ultimo strattone per posizionarla accanto alla seduta del passeggero; pieno di soddisfazione mista di contentezza per la conclusione di ciò che ha rappresentato la fine di un lunghissimo e duro viaggio che lo ha portato ad ottenere questi risultati insperati, il Folle ragazzo gira la chiave accendendo il motore e schiacciando il cerchiello sopra il volante, dà gas allontanandosi dalla tanto amata diga di Corpo Sano lasciandola dietro le spalle come un ricordo di uno stupendo passato.

COMMENTO DEL LETTORE CAPITOLO 1:


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