27-07-2015 VISTA A MILANO: LA CITTA' MADRE DEL "GRAND EVENTO".
I 3 familiari di casa Martinelli, Reeko, Kanny e Frank, sono pronti per la partenza da casa alle 8:00 in punto direzione del quarto compagno di viaggio Gemy, per affrontare insieme l'avventura mondiale all'Expo milanese. Frank è un po’ acciaccato, perciò se ne sta in tranquillità seduto dietro con Reeko e la figlia prende la guida concentrata in direzione della casa del futuro compagno di viaggio per completare il gruppo e iniziare la vacanza mondiale esplorativa al “pianeta Expo”. Arrivati difronte casa sua, Gemy ci sta aspettando, e prende subito il controllo di Madame Cliò sostituendosi a Kanny; salutata la famiglia di Gemy, pieni di eccitazione finalmente si parte. pieni di eccitazione finalmente si parte. Alle 11:00 prima sosta in un’autogril tra Bologna e Modena; appena ripartiti ecco spese aggiuntive per l’evento a seguito di dimenticanze costituite dal certificato da studente di Kanny lasciato a casa e da socio Coop di Frank che avrebbero agevolato economicamente l’ingresso all’Expo. Voltando pagina e ritornando mentalmente in pieno alla vacanza senza alcun tipo di preoccupazione, alle 12:00 superiamo Piacenza alle 12:30 ci inseriamo a Mediolanum, il centro della pianura padana; proseguendo, alle 12:50 siamo in località Como dove sbagliando, ci ritroviamo fortunatamente a Cinisello, luogo in cui risiede l'hotel; la tremenda autostrada però non perdona gli sbagli e così dall'essere arrivati, ci ritroviamo a 8 minuti di distanza dalla meta; ecco allora entrare il gioco il navigatore, oggetto tanto detestato dal geografo Gemy ma così utile ed efficace in talune circostanze come questa; così dopo un lungo ma gradevole viaggio in sintonia tra vecchi storici amici pieno di intelligenti e ricche chiacchiere che hanno fatto trascorrere il tempo in un baleno, alle 13:30 arriviamo ai parcheggi interni del nostro bellissimo hotel Da Vinci prenotato via internet e ben conosciuto dalla stampa nazionale per la morte di quel ragazzo che in gita del liceo cadde dai piani alti mentre stava scherzando con i suoi compagni; lasciate le valige in camera, ci dirigiamo subito a far visita al castello Sforzesco immersi nella bellezza del giardino al suo interno. Avevamo previsto a priori di prendere un treno che sarebbe partito da li a poco ma purtroppo il tempo di relax ha voluto che si perdesse; parlando con la reception, l’unica alternativa possibile per rimanere nella tabella di marcia prestabilita da casa, era quella di prendere un treno che si sarebbe partito nella zona di sosta più vicina alle 15:22; siamo così andati alla stazione Ressa del luogo che non distava molto dall'hotel. Aspettavamo di fronte al cartellone di “Milano Bruzzano Parco Nord” ma ohimè le corsie di marcia erano 2 e ci siamo fortunatamente accorti in tempo che il treno per la direzione corretta era già passato per la corsia opposta: Milano Cardona; la buona sorte ha poi voluto che abbiamo avuto il tempo di oltrepassare attraverso un passaggio le due corsie aspettando in quella giusta; una volta arrivato siamo così partiti per la giusta direzione. Alle 15:36 siamo poi arrivati all’ultima fermata di Milano di quel treno: la stazione di Cordona ha così ospitato i 4 avventurieri per “esporsi” con i loro sguardi e gesta all’Esposizione Universale Nella città lombarda. Essendo la prima giornata, abbiamo deciso di posare le valige in camera ed andare subito a fare un giro per il centro di Milano. Ben stimolati dalla gradevole visita ad un importante frangente storico che è andato a costituire la storia d'Italia, ci introduciamo per le vie del corso immergendoci nella grande folla internazionale che camminava tra le bandiere di tutto il mondo appese praticamente dappertutto lungo le strade; i Navigli in particolare la facevano per la maggiore intrisi di una coloritura internazionale davvero importante. Vedendo passare ad un certo punto due uomini indiani stretti per mano, my Sister Kanny si è voltata immediatamente verso di me con lo sguardo di chi ha visto passare 2 omosessuali; Gemy accortosi di questo per le sue esperienze passate dei suoi viaggi solitari e per il lungo pernottamento per 1 mese in India, ha invece spiegato la verità che si celava dietro a quel gesto: “vedete quando si tengono per mano 2 ragazzi, in India è manifestazione di una grande amicizia così come da noi ragazzo e ragazza con questo gesto evidenziano un rapporto sentimentale esistente tra di loro; insomma Kanny non son froci, stai tranquilla….” Ha così spiegato il mio caro Folle amico. Dopo queste perle di saggezza che hanno creato piacevoli tasselli aggiuntivi di conoscenza generale delle abitudini mondiali, fornendo ulteriori perle di comprensione del mondo a cui apparteniamo, abbiamo continuato il nostro giro per il centro e soprattutto per i Navigli dove è localizzata una bella fetta dell’Expo; “Milano non è solo design e Piazza Duomo, i suoi scorci non hanno non hanno nulla da invidiare a Venezia! Scopri tutti gli eventi in zona Navigli: con Expo in città leva l’ancora e salpa!” Questo è "l'esagerato" motto di Milano in questi giorni colorati dall’Expo; senza scordarci l’occasione per entrare più in profondità alla conoscenza della città di Milano stessa, come ad esempio sapere meglio cosa siano i Navigli: questi sono canali artificiali costruiti nel corso dei secoli per collegare Milano al mare e ai vicini laghi. Nel XV secolo gli Sforza commissionarono a Leonardo da Vinci la costruzione di chiuse e conche per migliorarne la navigazione; alcuni ponti e chiuse progettati dal grande ingegnere sono ancora in uso. In questi giorni tale luogo si è ricoperto di colori in un mix di tradizioni e i colori che contraddistingono i paesi del mondo; usciti dai Navigli, abbiamo salutato il Duomo e accorgendoci che il tempo è volato, siamo entrati in una trattoria alla ricerca di un buon pasto; il posto era molto chic con pochi posti a sedere ma per la non voglia di cercare altro e per la fame, ci siamo accomodati; mentre si pranzava tra una chiacchiera, uno scherzo e una risata, il solito Reeko ha agganciato con le parole la simpatia Davide un ragazzo in piedi vicino al nostro tavolo che guarda il caso, siamo venuti a scoprire che era proprio il fratello dell’oste che ci ha servito; si è offerto così subito gentilmente di darci un passaggio in macchina fino al nostro ristoro in quest'avventura lombarda. Domani Expo nel suo cuore!
28-07-2015 NEL CUORE DELL'EXPO
Pieni di felicità per la gradevole visita ad un importante frangente storico che è andato a costituire la storia d'Italia, partiamo poi subito alla volta dell’ingresso dell’Expo dove strappate le stampe dei biglietti acquistati da casa, ci incuneiamo finalmente all'interno del "Grand evento"; c'è subito l'ordine indissolubile di Gemy di NON seguire la cartina dettagliata stampata a casa e portata da Reeko per l'occasione che invece per chi leggesse senza conoscere niente riguardo l'esposizione universale, seguiremo dettagliatamente prendendola come riferimento per il racconto. I giorni precedenti abbiamo sentito una marea di commenti opposti anche l'uno dall'altro ed ora saremo noi stessi a mettere un giudizio personale sul "Grande Evento" come è stato battezzato dalla massa e nominato a furor di popolo dalla pubblicità. Sbirciando così ogni tanto di nascosto sulla mappa dell'intero Expo, detestata atrocemente dal geografo Gemy che perciò viene subito lasciata nella borsa, è ben visibile la struttura romana dell'Expo che vede un intrinsecarsi di due vie principali: quella del DECUMANO (NOMENCLATO MALE NEL VIDEO YOU TUBE MA DI OTTIMA FATTURA DESCRITTIVA PER IL LETTORE) più corto rispetto al Cardo, il Decumano è lungo 350 metri. Orientato il direzione Nord-Sud, accoglie la proposta espositiva del Paese ospitante, l’Italia; questo presenta piccole piazze, percorsi porticati e terrazze, basandosi sull’aspetto caratteristico del borgo italiano e gli edifici sono rappresentativi della penisola, con particolare attenzione alle peculiarità di ogni regione. È sul Decumano, in prossimità del punto cardinale Nord, che si trova Palazzo Italia, che assume il ruolo di landmark all'interno dell’area Expo. Nei suoi spazi, le tradizioni alimentari, i prodotti tipici e la cultura descrivono le migliori pratiche alimentari d’Italia., e quella del CARDO la via principale dell’intero sito di Expo Milano 2015, lungo un chilometro e mezzo e attraversa il polo espositivo da Est a Ovest. I padiglioni nazionali degli oltre 130 Paesi partecipanti si affacciano su entrambi i lati: se circa 60 hanno spazi autonomi, gli altri sono presenti all’interno di un Cluster, nove padiglioni collettivi organizzati secondo criteri di identità e filiere alimentari. Considerando il tema di Expo Milano 2015, ‘Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita’, il Decumano ha una funzione simbolica. Seguendone la direzione, unisce infatti il luogo del consumo del cibo (la città e in questo caso Milano), con quello della sua produzione, la campagna lombarda. Con il loro intrinsecarsi teso a rappresentare la figura del pesce, rende possibile far nuotare ogni visitatore per il pianeta; dove Cardo e Decumano si incontrano sorge Piazza Italia, il luogo in cui in Paese ospitante incontra il mondo; nel castrum, il punto in cui Cardo e Decumano si incontravano era il prætorium, che nelle città diventava il forum, la piazza principale. In questo caso, le due strade danno vita alla grande piazze centrale di Expo Milano 2015, Piazza Italia. Simbolicamente, il luogo in cui in Paese ospitante incontra il mondo. Alle quattro estremità delle due vie principali si trovano invece alcune delle strutture più importanti del polo espositivo: a Nord la Lake Arena, a Sud l’Open Air Theater, a Ovest l’Expo Center e a Est la Collina Mediterranea. Tutti punti di riferimento per i visitatori e, soprattutto, luoghi destinati a ospitare i più grandi eventi dell’Expo 2015; appena superato l'ingresso ci si presenta il Padiglione Zero (Padiglione Zero = DIFFERENTE VIDEO PIU' DESCRITTIVO e PARTICOLAREGGIATO); alle 11:30 ci inoltriamo al suo interno: nella sala introduttiva ecco il vero punto 0 da dove è partito il viaggio dell'evoluzione: una biblioteca enorme costituita da libri che contengono il dna dell'umanità in ogni suo aspetto; da qui l'uomo inizia quindi la sua avventura di vita attraverso la pastorizia simboleggiata dalla proiezione sulle pareti del film "Pastorale accidentale" come subito riconosciuto dal mio caro amico "regista mancato" Gemy, che viene proiettato proiettato su tutte le enormi pareti della grossissima e altissima sala con una cupola nella parte alta a costituire il tetto. Come manifesto dalle innumerevoli immagini simili che avevano ad oggetto l'agricoltura e la pastorizia, gli unici soggetti erano i contadini e gli animali di cui cibarsi e da utilizzare per i lavori della terra; vengono così in questo padiglione, mostrate le origini dell'uomo e la sua lentissima evoluzione fatta di sacrifici, dolore e lavoro che costituisce il punto 0 della sua origine; proseguendo per le sale si può ben percepire dall'immagini e modelli rappresentativi come la persona si sviluppa e si matura piano, piano fino ad arrivare alla sua massima espressione come strumento (tentativo) di gestire la vita vita di tutti i giorni attraverso la forma speculativa che da vita alla borsa economica: una maniera attraverso cui si cerca un equilibrio tra il variare ed il mutare perpetuo del'uomo e la sua crescita tecnologica costante. Usciti poi da questo padiglione introduttivo all'evento,ci incanaliamo così nel lunghissimo "corso mondiale", IL CARDO; questo apre la strada per tutti i padiglioni e percorrendolo è chiara la grande sfida del pianeta alla biodiversità, evidenziata ancor meglio dal Food and beverage, padiglione che simboleggia la grazia delle persone ad aiutare il prossimo in una concezione slow food che permetesse di far giungere il cibo in tutte le aree del pianeta; a fianco di questo un omaggio alla città che ha offerto la sede all'evento con uno spazio espositivo chiamato "Veneranda fabbrica del duomo di Mlano" il quale illumina il simbolo della città:la Madonnina del duomo. Poi incrociamo subito uno spazio riservato alla grande novità dell'Expo di Milano rispetto ai precedenti a livello mondiale: I CLUSTER, spazi che non vengono raggruppati in padiglioni collettivi secondo criteri geografici come di norma accade all'EXPO, ma secondo identità tematiche e filiere alimentari; questi sono caratterizzati da aree comuni, che sviluppano attraverso spazi funzionali (mercato, mostra, eventi, degustazioni) la filiera alimentare. Ogni Paese presente nei Cluster (MAPPA EXPO IN BASE AI CLUSTER) ha uno spazio espositivo individuale, dove sviluppa una sua propria interpretazione del tema di Expo Milano 2015. I 3 Cluster individuati per l'evento sono l'uno a fianco dell'altro e si manifestano in: il Cluster del riso, con a fianco il Cluster del cacao e infine il Cluster del caffé. Il primo Cluster che incontriamo è quindi quello del riso: l’atmosfera della campagna, con i colori e i profumi provenienti dal mondo agreste, accoglie il visitatore all’interno di questo spazio dove è presente un paesaggio che ricorda una immensa risaia. Come l’acqua nelle risaie nasconde e al contempo svela e dà vita, anche il Cluster nasconde dati e curiosità che si svelano, passo dopo passo, al visitatore. Versatile e nutriente, il riso è stato uno dei primi cereali coltivati dall’uomo oltre diecimila anni fa, partendo da una specie spontanea cinese. Dalle valli della Cina il riso si è diffuso in tutto il mondo: conoscerne il passato e la miriade di varietà è fondamentale per apprezzarne il contributo all’arricchimento della biodiversità. All’interno di un percorso tematico, quindi, il visitatore può attraversare le tappe della storia del riso intrecciando i racconti provenienti dai diversi Paesi e approfondendo le innovazioni introdotte nel corso del tempo. A fianco di tale punto espositivo proseguendo incontriamo un altro Cluster questa volta riguardante il Cacao e il Cioccolato, il visitatore ha l’impressione di entrare in una giungla. Il concept trae infatti ispirazione dai luoghi in cui il cacao viene coltivato: le piantagioni delle aree tropicali e subtropicali. Le facciate degli edifici sono realizzate in un tessuto leggero e chiaro che si apre lasciando in vista i rivestimenti interni: una metafora della necessità di proteggere un prodotto prezioso e aromatico come il cacao. Il Cluster del Cacao e del Cioccolato accoglie nello spazio comune una serie di pali di diverse altezze e forme, metafora degli alberi sotto i quali il cacao cresce. L’atmosfera è quella densa e accogliente di una foresta, dove la luce penetra dalle chiome degli alberi e si diffonde tra i padiglioni. Continuando il cammino immediato è l'incontro con il terzo cluster consecutivo riguardante il caffé: le immense piantagioni di caffè distese all’ombra delle foreste tropicali in Africa e in America Centrale hanno ispirato il progetto del Cluster del Caffè. L’architettura degli spazi richiama infatti i rami più alti degli alberi all’ombra dei quali crescono le piante di caffè, mentre i padiglioni sono una metafora dei loro tronchi.I toni caldi e i colori naturali che caratterizzano l’ambiente cambiano in base alla luce che filtra dall’esterno attraverso la copertura, influendo sulla percezione dello spazio e dando al visitatore l’illusione di trovarsi proprio in una foresta.Il Cluster del Caffè è curato da illycaffè, official coffee partner di Expo Milano 2015, che porta in questo progetto le conoscenze, l’esperienza e le relazioni maturate in oltre ottant’anni di storia. Ci addentriamo poi per una nazione che è conosciuta per tutti i film di guerra che sono stati girati sul suo povero suolo martoriato dalle guerre: siamo in Vietnam! Un loro tipico spettacolo subito adombra il passato e lancia ad un diverso presente; Proseguendo la marcia in questo grandissimo corso mondiale, affianchiamo il primo Padiglione nazionale, quello dell'Azerbaijan con a fianco il susseguirsi del padiglione degli Emirati Arabi Uniti tra le dune del deserto per scoprire l’importanza di acqua e datteri, verso Dubai 2020; seguendo la scia nella parte destra che ci conduce alla testa del "pesce Expo", incontriamo il primo spazio riservato alle pile di energia del meccanismo EXPO costituite dagli sponsor delle grandi multinazionali, la prima delle quali è Franciacorta, l’Official Sparkling Wine dell’Esposizione Universale che è protagonista di ogni evento ufficiale e non solo. E' stata infatti realizzata una serie di attività ed eventi, sia a Milano che in Franciacorta, per far conoscere ai visitatori il vino e il territorio. Incentivare il turismo in Franciacorta e promuovere una terra ricca di storia, tradizioni ed eccellenze enogastronomiche sono stati gli obiettivi principali di Franciacorta per il semestre della manifestazione; il successivo padiglione è poi quello dell'Kazakhstan; un viaggio virtuale ad Astana in attesa di Expo 2017; da qui voliamo in Inghilterra (padiglione della Gran Bretagna) dove viene toccato un tema molto particolare: seguire il ronzio di un’ape è più facile di quanto si pensi; difficile poi resistere all’intenso profumo di cannella proveniente dal Padiglione dell’Ungheria, che incuriosiva i visitatori con un dolce tipico della tradizione; proseguendo il il padiglione della Spagna e il suo tipico interno che accoglieva i visitatori in una struttura ispirata a una serra, con una doppia navata che voleva rappresentare l’equilibrio tra l’innovazione e la tradizione. Gli spazi erano accoglienti e comprendevano aree all’aperto, portici rivestiti di sughero, e dettagli ricoperti in sparto (erba mediterranea) e legno. Al piano terra, un pavimento di dekton (superficie innovativa) con il disegno del genoma del pomodoro accoglieva i visitatori all’inizio del loro viaggio; facendo un salto all'altro per il mondo ecco immergerci nella tradizione rumena che si mostra in una struttura semplice, ma ricca di significato per un Paese giovane e dalle grandi potenzialità; ; il padiglione della Romania, il padiglione del Messico ed il Fruit Food district il super mercato del futuro che va ad incrociare il CARDO dell'Expo; nel punto d'incrocio ci appaiono lontani i due simboli della tappa Milanese del tour mondiale Expo: il Palazzo Italia e l'Abero della Vita. Mettendo in programma di passarci dopo a visitare l'italiana punta del Cardo, procediamo in direzione della Slovenia per poi arrivare al verde naturale dell'Austria per poi proseguire verso la particolarità strutturale e la complessità visiva interna del gran palazzo Cile in cui si racconta la storia attraverso video filmati e foto in altissima risoluzione per poi arrivare ad uno stato a me completamente sconosciuto e come mostrerà il futuro, toccante nelle esperienze di Gemy: l'Iran. Proseguendo raggiungiamo un altro cluster: quello dei cereali e tuberi. Procediamo oltre vicini alla punta in riferimento della bocca del pesce in prossimità del Marocco dove ammiriamo dei balli tipici di questo popolo all'esterno del padiglione; finito lo spettacolo, ci accingiamo all'ingresso del padiglione ad ammirare le tipicità di un popolo assai diverso da quello a cui facciamo parte; continuano al padiglione accanto entriamo nel Quatar dove troviamo un'altra manifestazione di quello che è il simbolo della rassegna mondiale: l'albero illuminato da mille colori; proseguiamo poi per il padiglione successivo che può considerarsi come lo sponsor principale insieme alla Coca Cola dell'evento l'azienda Mc Donalds; poi ecco apparire l'alta sfera illuminata dai mille colori del Padiglione del Turkmenistan; ci stiamo avvicinando alla punta del muso del "pesce Expo" e raggiungiamo allora all'ultimo padiglione del lato della mappa sto seguendo (dal momento che il geografo Gemy è contrario a seguire la mappa) raggiungendo il padiglione dell'Indonesia; il Padiglione rappresentava una casa tipica del luogo e, proprio come una casa, ha accolto con un sorriso coloro che vi sono entrati. Appena giunti all’interno, dietro un divisorio realizzato con le foto sorridenti di donne e bambini, si dischiudeva tutta la bellezza e la ricchezza dei contenuti presenti nella struttura. Le pareti del Padiglione erano addobbate con una serie di pannelli che illustravano alcuni elementi tipici del Paese, come la sua importante diversità biologica e la sua politica in merito a sicurezza alimentare e sostenibilità. Un’altra peculiarità dell’Indonesia è il suo essere collocata in una ecoregione chiamata “Triangolo corallino” contraddistinta dall’altissima biodiversità marina. A questo proposito, nel Padiglione era possibile ammirare anche un esemplare di bubu, una tradizionale trappola per pesci fatta di rattan o di bambù che rappresenta molto bene la competenza della popolazione indonesiana nella pesca. La dea Dewi Sri, simbolo di fertilità, al centro della stanza e per rendere più evidente la sua importanza per il Paese asiatico, al centro del Padiglione era stata disposta la bella statua della dea Dewi Sri, una principessa adorata dagli indonesiani come dea del Riso e della Fertilità, mentre nella parte orientale del Padiglione erano in mostra i famosi e antichissimi burattini indonesiani chiamati Wayang e i Loro Bonyo, una coppia di sposi in costume, sacri per la popolazione e sempre presenti come elemento ben augurante nelle abitazioni. In fondo al Padiglione, era possibile dedicarsi a una fantastica esperienza virtuale con un paio di oculos, che permettevano al visitatore di fare un vero e proprio viaggio in Indonesia sorvolando, come seduti su un elicottero, le meraviglie del Paese asiatico. All’interno del Padiglione, era presente anche un ristorante dove gustare le prelibatezze della cucina locale come il pollo al curry, il riso con il latte di cocco o le melanzane speziate. Accanto all’ingresso, era collocata la statua di un rinoceronte sundanese, o rinoceronte di Giava, che rappresenta un importantissimo membro della famiglia dei Rinoceronti. Al termine dell’Esposizione Universale, la scultura verrà donata al Museo del Vaticano in modo da realizzare il desiderio del re del Portogallo Manuel I, che nel 1515 cercò di inviarne un esemplare a Papa Leone X. Il Pontefice, purtroppo, non lo ricevette, in quanto l’animale morì in un naufragiO; proseguiamo oltre ed ecco la fine del Decumano che trova nel suo apice di testa il padiglione dell'Indonesia; qui vuoi la fortuna, vuoi la sorte propizia, assistiamo persino ad una celebrazione tipica di questo paese. Ecco arrivati alla fine del Cardo che simbolicamente rappresenta la testa del "pesce Expo", dove ci si presenta a fianco della Collina Mediterranea lo Slow Food: "secondo loSlow Food, non dobbiamo chiederci semplicemente come nutrire il pianeta ma dobbiamo "andare oltre"chiedendoci come nutrirlo garantendo a tutti un cibo buono, pulito e giusto. Per la nozione basilare in cui poggia il "sistema EXPO l'unica strada possibile per far questo, è PARTENDO DALLA BIODIVERSITA'.
28-07-2015 ci inseriamo così poi subito nel primo padiglione presente sul fianco laterale del nostro cammino entrati nel decumano dopo essere usciti dal padiglione 0;l'rlanda è così la prima meta mondiale con il suo tipico padiglione immerso nel verde che accoglie con la sua natura Vip e meno Vip, persone comuni e chi viene sopraelevato dalla massa; poi si passa da una parte all'altra del mondo arrivando prima in Nepal e poi in Sudan; il suo profumo attira tutti in quanto si presenta come il simbolo della più grande golosità del pianeta: la cioccolata ed il padiglione è quello del belgio; superate le gustose prelibatezze al cioccolato di questa Nazione, ci addentriamo per una nazione che è conosciuta per tutti i film di guerra che sono stati girati sul suo povero suolo martoriato dalle guerre: siamo in Vietnam! Un loro tipico spettacolo subito adombra il passato e lancia ad un diverso presente; per la prima volta i Paesi non vengono raggruppati in padiglioni collettivi secondo criteri geografici, ma secondo identità tematiche e filiere alimentari. In questo modo il Tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita viene trattato in modo diffuso rendendo concreto lo spirito di questi spazi che è proprio teso alla condivisione, al dialogo e all’interazione reciproca. Proseguendo ecco l'incontro con il padiglione dell'Azerbaigian con tutta la complessità di un Paese crocevia tra Oriente e Occidente; il padiglione degli Emirati Arabi Uniti tra le dune del deserto per scoprire l’importanza di acqua e datteri, verso Dubai 2020; seguendo la scia nella parte destra che ci conduce alla testa del "pesce Expo", incontriamo il primo spazio riservato alle pile di energia del meccanismo EXPO costituite dagli sponsor delle grandi multinazionali, la prima delle quali è Franciacorta, l’Official Sparkling Wine dell’Esposizione Universale che è protagonista di ogni evento ufficiale e non solo. E' stata infatti realizzata una serie di attività ed eventi, sia a Milano che in Franciacorta, per far conoscere ai visitatori il vino e il territorio. Incentivare il turismo in Franciacorta e promuovere una terra ricca di storia, tradizioni ed eccellenze enogastronomiche sono stati gli obiettivi principali di Franciacorta per il semestre della manifestazione; il successivo padiglione è stato quello dell'Kazakhstan; un viaggio virtuale ad Astana in attesa di Expo 2017; poi subito voliamo in Inghilterra dove viene toccato un tema molto particolare: seguire il ronzio di un’ape è più facile di quanto si pensi. Era difficile poi resistere all’intenso profumo di cannella proveniente dal Padiglione dell’Ungheria, che incuriosiva i visitatori con un dolce tipico della tradizione; addentrandoci in questo Padiglione ungherese, vediamo come questo dia da molto risalto alla musica e all'arte pittorica viste sotto il loro aspetto storico all'interno del paese; proseguendo il Padiglione della Spagna accoglieva i visitatori in una struttura ispirata a una serra, con una doppia navata che voleva rappresentare l’equilibrio tra l’innovazione e la tradizione. Gli spazi erano accoglienti e comprendevano aree all’aperto, portici rivestiti di sughero, e dettagli ricoperti in sparto (erba mediterranea) e legno. Al piano terra, un pavimento di dekton (superficie innovativa) con il disegno del genoma del pomodoro accoglieva i visitatori all’inizio del loro viaggio; facendo un salto all'altro per il mondo ecco immergerci nella tradizione rumena che si mostra in una struttura semplice, ma ricca di significato per un Paese giovane e dalle grandi potenzialità; ecco poi come un susseguirsi di meravigliose immagini di uno stupendo racconto ci guidino al successivo padiglione della Romania; gli spazi erano accoglienti e comprendevano aree all’aperto, portici rivestiti di sughero, e dettagli ricoperti in sparto (erba mediterranea) e legno. Al piano terra, un pavimento di dekton (superficie innovativa) con il disegno del genoma del pomodoro accoglieva i visitatori all’inizio del loro viaggio; poi ancora facendo un salto all'altro per il mondo, ecco immergerci nella tradizione rumena che si mostra in una struttura semplice, ma ricca di significato per un Paese giovane e dalle grandi potenzialità (padiglione della Romania); superato il padiglione della Romania, deviamo dalla via principale del Cardo dirigendoci verso il Future food district dove ci informiamo di quello che potrà diventare la nostra alimentazione quotidiana se seguirà il passo dei nostri tempi;dove ci informiamo di quello che potrà diventare la nostra alimentazione quotidiana se seguirà il passo dei nostri tempi; ritornati alla via principale "cardica", ci inoltriamo ancora al successivo Padiglione, quello del Messico dove abbiamo la grande fortuna di incontrare Alberto e Marco che ce lo fanno vivere a fondo nel migliore dei modi; il padiglione del Messico che evidenzia come sia possibile elaborare tante opere d'arte da una pannocchia di mais; il Padiglione del Messico – progettato da Francisco López Guerra – era ben riconoscibile dall’esterno per la forma, una pannocchia che nasceva da un intreccio di foglie di granturco essiccate, chiaro riferimento a uno dei simboli della cultura gastronomica messicana. Il mais, infatti, è originario proprio di questo Paese e dal 2010 l’Unesco lo ha riconosciuto come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Le pareti a forma di totomoxtle (la foglia essiccata di mais in lingua nahuátl), realizzate in tessuto trasparente, filtravano la luce naturale, illuminando gli spazi. All’ingresso si trovava una grande magnolia da cui partiva un canale d’acqua che, insieme al giardino adiacente, evocava le chinampas, le isole artificiali che i toltechi creavano nei laghi e che diedero un forte impulso allo sviluppo dell’agricoltura. Sui tavolini intorno alla magnolia, un bar serviva da bere insieme agli antojitos, il tipico cibo di strada messicano. Superata la rampa d’ingresso, nel cuore del Padiglione si trovava “Lluvia”, una fontana con una cascata alimentata da un flusso circolare di acqua realizzata dall’artista visuale Maria José de la Macorra. Questa era solo la prima delle numerose opere d’arte che il Messico ospitava nel proprio Padiglione a Expo Milano 2015. L’acqua scorreva innescando il movimento di collane simboleggianti i chicchi di mais, mentre il suono rimandava alla pioggia. Qui ci si presenta una danza folkloristica nella serata di presentazione dello Stato del Chiapas ospite al Padiglione del Messico ad Expo. Al terzo piano si trovava un racconto per immagini della biodiversità del Messico, attraverso un gioco virtuale di schermi e colori, al quale faceva da contraltare Especies endémicas de México, l’opera di Alejandro Pintado rappresentante alcune specie endemiche di piante e animali; usciti infine dal Padiglione dalla parte bassa in disparte rispetto al Cardo, ci si presenta il Fruit Food district: il super mercato del futuro che va ad incrociare dopo pochi metri la via che interseca il Cardo: quella del DECUMANO in cui la sorte ci premia ancora mostrandoci un altro grand evento mondiale, questa volta tipico del Giappone: IL NATIONAL DAY GIAPPONESE. Nel punto d'incrocio delle due vie principali in prossimità di PIAZZA ITALIA, ci appaiono lontani i due simboli della tappa Milanese del tour mondiale Expo: il Palazzo Italia e l'Abero della Vita. Mettendo in programma di passarci dopo a visitare l'italiana punta del Cardo e vivere l'emozionante spettacolo dell'Albero della Vita, procediamo allora in avanti per il Cardo in direzione della Slovenia per poi arrivare al verde naturale dell'Austria per poi proseguire verso la particolarità strutturale e la complessità visiva interna del gran palazzo Cile in cui si racconta la storia attraverso video filmati e foto in altissima risoluzione per poi arrivare ad uno stato a me completamente sconosciuto e come mostrerà il futuro, toccante nelle esperienze di Gemy: l'Iran. Proseguendo raggiungiamo un altro cluster: quello dei cereali e tuberi. Procediamo oltre vicini alla punta in riferimento della bocca del pesce in prossimità del Marocco dove ammiriamo dei balli tipici di questo popolo all'esterno del padiglione; finito lo spettacolo, ci accingiamo all'ingresso del padiglione ad ammirare le tipicità di un popolo assai diverso da quello a cui facciamo parte; continuano al padiglione accanto entriamo nel Quatar dove troviamo un'altra manifestazione di quello che è il simbolo della rassegna mondiale: l'albero illuminato da mille colori; proseguiamo poi per il padiglione successivo che può considerarsi come lo sponsor principale insieme alla Coca Cola dell'evento l'azienda Mc Donalds; poi ecco apparire l'alta sfera illuminata dai mille colori del Padiglione del Turkmenistan; ci stiamo avvicinando alla punta del muso del "pesce Expo" e raggiungiamo allora all'ultimo padiglione del lato della mappa sto seguendo (dal momento che il geografo Gemy è contrario a seguire la mappa) raggiungendo il padiglione dell'Indonesia; il Padiglione rappresentava una casa tipica del luogo e, proprio come una casa, ha accolto con un sorriso coloro che vi sono entrati. Appena giunti all’interno, dietro un divisorio realizzato con le foto sorridenti di donne e bambini, si dischiudeva tutta la bellezza e la ricchezza dei contenuti presenti nella struttura. Le pareti del Padiglione erano addobbate con una serie di pannelli che illustravano alcuni elementi tipici del Paese, come la sua importante diversità biologica e la sua politica in merito a sicurezza alimentare e sostenibilità. Un’altra peculiarità dell’Indonesia è il suo essere collocata in una ecoregione chiamata “Triangolo corallino” contraddistinta dall’altissima biodiversità marina. A questo proposito, nel Padiglione era possibile ammirare anche un esemplare di bubu, una tradizionale trappola per pesci fatta di rattan o di bambù che rappresenta molto bene la competenza della popolazione indonesiana nella pesca. La dea Dewi Sri, simbolo di fertilità, al centro della stanza e per rendere più evidente la sua importanza per il Paese asiatico, al centro del Padiglione era stata disposta la bella statua della dea Dewi Sri, una principessa adorata dagli indonesiani come dea del Riso e della Fertilità, mentre nella parte orientale del Padiglione erano in mostra i famosi e antichissimi burattini indonesiani chiamati Wayang e i Loro Bonyo, una coppia di sposi in costume, sacri per la popolazione e sempre presenti come elemento ben augurante nelle abitazioni. In fondo al Padiglione, era possibile dedicarsi a una fantastica esperienza virtuale con un paio di oculos, che permettevano al visitatore di fare un vero e proprio viaggio in Indonesia sorvolando, come seduti su un elicottero, le meraviglie del Paese asiatico. All’interno del Padiglione, era presente anche un ristorante dove gustare le prelibatezze della cucina locale come il pollo al curry, il riso con il latte di cocco o le melanzane speziate. Accanto all’ingresso, era collocata la statua di un rinoceronte sundanese, o rinoceronte di Giava, che rappresenta un importantissimo membro della famiglia dei Rinoceronti. Al termine dell’Esposizione Universale, la scultura verrà donata al Museo del Vaticano in modo da realizzare il desiderio del re del Portogallo Manuel I, che nel 1515 cercò di inviarne un esemplare a Papa Leone X. Il Pontefice, purtroppo, non lo ricevette, in quanto l’animale morì in un naufragiO; proseguiamo oltre ed ecco la fine del Decumano che trova nel suo apice di testa il padiglione dell'Indonesia; qui vuoi la fortuna, vuoi la sorte propizia, assistiamo persino ad una celebrazione tipica di questo paese. Ecco arrivati alla fine del Cardo che simbolicamente rappresenta la testa del "pesce Expo", dove ci si presenta a fianco della Collina Mediterranea lo Slow Food: "secondo loSlow Food, non dobbiamo chiederci semplicemente come nutrire il pianeta ma dobbiamo "andare oltre"chiedendoci come nutrirlo garantendo a tutti un cibo buono, pulito e giusto. Per la nozione basilare in cui poggia il "sistema EXPO l'unica strada possibile per far questo, è PARTENDO DALLA BIODIVERSITA' grazie a cui potremo arricchire il piano proteico della nostra asunzione giornaliera migliorando la qualità dell'alimentazione mondiale.
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dove ci informiamo di quello che potrà diventare la nostra alimentazione quotidiana se seguirà il passo dei nostri tempi; ritornati alla via principale "cardica", ci inoltriamo ancora al successivo Padiglione, quello del Messico dove abbiamo la grande fortuna di incontrare Alberto e Marco che ce lo fanno vivere a fondo nel migliore dei modi. Continuando con la sera che avanza, ecco giungere al centro dell'Expo, piazza Italia dove incontriamo e ascoltiamo il concerto della banda musicale della polizia di stato; qui ci troviamo al centro dell'Expo e vediamo per la prima volta la via Italia con in una sua estremità la Fontana della vita che viene a manifestarsi nell'intersezione con il Decumano costituita dal Cardo che rappresenta la via che enfatizza la moda e il lusso italiani. Abbiamo la pronta idea così di fare un giro per il Cardo andando a vedere il palazzo Italia per poi concludere la giornata dopo cena con lo spettacolo notturno dell'Albero della vita presente lì difronte. Gli edifici temporanei del Cardo che si affacciano sull’asse omonimo, un viale pavimentato largo 35 metri e lungo 325 metri che congiunge la Piazza d’Acqua a Nord con la piazza della Via d’Acqua a Sud, sono progettati con un sistema strutturale “a secco” per essere “smontati” al termine dell’evento e ricollocati in altra sede. Il concept di Nemesi per gli edifici del Cardo si basa sull’idea del Borgo Italiano, formato da volumi giustapposti a piccole piazze, terrazze e percorsi porticati. Composizioni geometriche differenti, talune a sbalzo, si susseguono incastrandosi tra loro come a dar vita a un grande mosaico in cui ogni pezzo ha una propria autonomia e identità progettuale. Al piano terra e al primo piano sono previste le “piazzette” generate dalle alternanze dei volumi architettonici. Gli edifici del Cardo sono rappresentativi del territorio italiano ed in particolare delle regioni, che qui trovano la loro sede di rappresentanza ed espositiva. Di fronte a Palazzo Italia, nel Cardo nord, sono stati riservati spazi istituzionali, espositivi e di rappresentanza per il padiglione dell’Unione Europea, evidenziando in modo simbolico la stretta relazione tra Italia ed Europa. Gli edifici del Cardo comprendono: padiglione Unione Europea, spazi espositivi, per eventi, di rappresentanza, per la ristorazione, terrazze eventi. Il giro per il Cardo scrutiamo quelle tipicità delle regioni italiane che rendono grande l'Italia nel mondo ed ecco uno spazio al Trentino Alto Adige che si mostra in tutta la sua filiera produttiva; poi ai padroni di casa della Lombardia; l'Emilia Romagna che promuove tutto il suo territorio sopratutto per i servizi che offre tesi ad offrire un ottimo servizio di balneazione; infine andiamo a vedere il Palazzo Italia che ci mostra tutte le bellezze e la forza culturale impressa nel territorio italiano. Infine con l'arrivo della notte ecco per concludere nel migliore dei modi questo secondo giorno immersi nel "pesce Expo", andare presso lo spettacolo notturno dell'Albero della vita dopo il quale il caso, la fortuna o la sorte hanno voluto che si presentasse l'opportunità di chiudere questa seconda giornata con la banda musicale della polizia di stato alla quale è seguito dopo cena il live di Elisa al teatro Open Air lungo il Cardo. Stanchi ma pieni di soddisfazione per questa nostra prima "giornata per il mondo", ci muoviamo per riposare verso l'hotel.
29-07-2015
Svegiata tutta la troupe di "Castelo" e consapevole che questa è l'ultima giornata del loro bellissimo sogno in giro per il mondo, si appresta a fare subito colazione in hotel e ripartire alla volta di Piazza Italia dove entrano immediatamente in Slovenia all'ingresso della quale un ballo tipico sloveno ci immerge nel migliore dei modi in questo mondo; entrando nel padiglione notiamo come venga messo in risalto l'aria pulita generata dal rispetto per l'ambiente e la natura incontaminata in cui nascono forme d'arte da riferimento mondiali; a seguire ci immergiamo poi nel "pianeta del verde"dell'Austria in cui c'è la riproduzione del microclima di un bosco austriaco. Ai visitatori è proposta l’esplorazione di uno spazio che, in assenza di climatizzazione, viene raffreddato dal naturale effetto rinfrescante della evapotraspirazione delle piante offrendo nel migliore dei modi un clima sano e rigenerante.
Cirque du soleil e il loro spettacolo "Alla Vita"
Il 31-10-2015 si è tenuta la cerimonia di chiusura dell'Esposizione universale. Uno spettacolo globale che rimarrà per sempre alla storia lasciano tracce indelebili nella Milano moderna.
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