domenica 3 agosto 2014

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@@@@ 181 PAURE E PERPLESSITA': NON PENSARE COME CORRETTA AZIONE



Mi sveglio questa mattina ed inquadro i pensieri:
sono circondato da mille sensazioni
e mi accorgo che appaiono profondamente neri
i fulcri delle mie aspiranti emozioni
generate da spessi spilli d’attrazione che a veri
aghi pungono durante le mie azioni
derivanti da una presenza ancor poco conosciuta
ma per cui vengo suggellato nei tratti sinceri
per la forza che grazie a lei ho dentro di me avuta
che mi permette di illuminare tutti i cieli neri.

Per la grave mancanza di piena autonomia,
già una volta sono stato bastonato
e non vorrei che si ripetesse di nuovo mia
una sofferenza che non va pensato
possa essere l’unica strada per fuggire via
dal percorso che mi ha costernato.

Le sue ombre di bellezza mi sovrastano
ma come si può agire più che scriverle poetici pensieri
che per profonda concausa impiastrano
ricordi delle tue attive presenze di come una volta eri?

“Ho paura perché proprio non ci sto a perderla…"
Ma allora come posso fare?
Solita domanda che senza risposta genera perla
per il valore con cui appare:
“un valore ironico, vero!”
Ma ditemi come potrebbe esser diverso
dopo aver visto davvero
della vita il suo opposto più tetro verso?

Ormai non ho più una mia possibilità di azione
se non quella condizionata da altri
che sono obbligato a tenere come condizione
variabile non vincolata come scaltri
e che condizionerà pure la futura generazione.

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