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Tu Sabry rappresenti la "femminile libertà"...
Ti incontrai con il mio caro Gemy dal ritorno da un viaggio;
da lì risentita, non hai mai cambiato identità
mantenendo tutte le proporzioni dentro l'animo del raggio.
Rappresenti quella sincerità ormai introvabile
la quale non essendo normale nella società,
svanisce subito dal corpo come se lavabile
scivolando lontano con estrema semplicità.
Possiedi quell'arma che si impara a scuola
ma che poi dimenticano con il tempo le persone
perché arrivano a considerare solamente le icone
di quella schiettezza infusa solo nella parola.
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COMMENTI DEL LETTORE:
Ecco che volevo scrivere un commento. Ma c'era qualcosa che mi fastidiava, dapprima insinuante e anodino, insignificante, poi crescendo progressivamente molesto,greve,ottundente,pedantemente vacuo. Mi impediva di scrivere. Era la televisione. Mia sorella guarda la televisione vicino a me che scrivo. L'effluvio lucente di banalità feroci, ammicchi meschini e affabilità vendicative, ipocrite e levantine, gli rotola addosso in una vaga luminescenza catodica. La considero: stesa nel letto. Alle risate registrate risponde con un albore di sorriso, fiducioso, inerme. Ora penso a cosa la televisione gli può togliere, come può prosciugare quella sorgente di rappresentazioni e magie che è la mente di un bimbo, e che come il tempo la potrà costringere alla medietà omologata e fatua di una gioventù inaridita del suo personalissimo sogno di immortalità e redenzione.
RispondiEliminaEcco a cosa serve una poesia - questa lo è - essere qui, ed essere vivi, ed essere anche altrove, da tutte le parti, senza progettualità, senza dovere, senza io storico, una cartolina perduta nelle remote contrade della certezza dell'essere.
Ti lascio anche una poesia del buon Borges:
“Nella mia vita son sempre state troppe cose;
Democrito di Abdera si strappò gli occhi per pensare;
il tempo è stato il mio Democrito.
Questa penombra è lenta e non fa male;
scorre per un mite pendio
e somiglia all’eterno”
Adesso gli ho spento la televisione e piange. Ma ancora non sa che voglio giocare con lei.
Io, Reeko, desidero rendere pubblica una nota molto importante: questo signore qui sopra, un certo Diego Dalla Ragione abitante della Pieve Santo Stefano, nonché mio compagno di liceo per 5 lunghi e faticosi anni, è INCONSAPEVOLMENTE UN FOLLE!!! All'epoca non potevo dirlo perché ancora nelle vesti di Fede, non conoscevo la Follia; ma ora invece lo rendo pubblico con vigore..
RispondiEliminaGrazie Diego per tutto quello che spontaneamente hai fatto nel mio sito rendendolo magico con i tuoi commenti...
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