IL SOTTILE CONFINE TRA NORMALITA' E FOLLIAIn ogni società, normale è chi segue le regole sociali, chi adotta un atteggiamento conformista nei confronti dei codici di comportamento che il sistema sociale offre e impone, dunque si conforma alle regole dominanti. Ogni individuo si costruisce un ruolo e un’immagine di se che non devono uscire da certi limiti, e devono essere funzionali ai valori sociali dominanti. Siamo continuamente esortati ad essere normali, in quanto la normalità, secondo il modello proposto da questo contesto sociale, è un modello a cui è giusto conformarsi. Facendo riferimento al concetto di disturbo mentale, o di follia, normale è chi è esente da disturbi, chi non si considera e non viene considerato come affetto da problemi e disturbi di competenza della psichiatria.
FOLLIA E NORMALITA'
Il termine “follia” è per lo più un termine generico, che non ha un significato preciso, né scientifico. La “Follia” che nel sito presente Martinelli Federico nelle vesti di Reeko ci presenta, è invece il modo di manifestarsi che appare più irrazionale e imprevedibile ma che viene controllato nel nascere. Possiamo affermare che la pazzia è intesa in modo complementare rispetto alla normalità, essendo tutto ciò che è sbagliato, irragionevole, imprevedibile, fuori schema. Il “non essere matto” significa essere ragionevole, ovvero non fare in ogni momento ciò che si vorrebbe, non dire tutto ciò che si ha in mente. La Follia è l’opposizione al conformismo alle idee dominanti riuscendoci ad “ANDARE OLTRE” GRAZIE AD UNA VISIONE DIVERSA PERCHE’ BASATA SU BASI AL DI FUORI DELLA NORMA CONSUETA. Il termine “Folle” è un giudizio di devianza, più che una caratteristica intrinseca alla persona, che viene espresso sul suo comportamento. E’ il nome che si da a certe violazioni del vivere sociale ed ha a che fare con l’ideologia positivista della modernità che fa prevalere la razionalità come strumento principe di conoscenza e valore di misura esso stesso.
Il termine “follia” è per lo più un termine generico, che non ha un significato preciso, né scientifico. La “Follia” che nel sito presente Martinelli Federico nelle vesti di Reeko ci presenta, è invece il modo di manifestarsi che appare più irrazionale e imprevedibile ma che viene controllato nel nascere. Possiamo affermare che la pazzia è intesa in modo complementare rispetto alla normalità, essendo tutto ciò che è sbagliato, irragionevole, imprevedibile, fuori schema. Il “non essere matto” significa essere ragionevole, ovvero non fare in ogni momento ciò che si vorrebbe, non dire tutto ciò che si ha in mente. La Follia è l’opposizione al conformismo alle idee dominanti riuscendoci ad “ANDARE OLTRE” GRAZIE AD UNA VISIONE DIVERSA PERCHE’ BASATA SU BASI AL DI FUORI DELLA NORMA CONSUETA. Il termine “Folle” è un giudizio di devianza, più che una caratteristica intrinseca alla persona, che viene espresso sul suo comportamento. E’ il nome che si da a certe violazioni del vivere sociale ed ha a che fare con l’ideologia positivista della modernità che fa prevalere la razionalità come strumento principe di conoscenza e valore di misura esso stesso.
CONCETTO DI NORMALITA' IN FILOSOFIA
I disturbi mentali sono considerati una forma di devianza. Il concetto di devianza esiste sempre in riferimento ad una norma, ed è quindi la violazione di norme ritenute giuste, morali, in opposizione dunque al codice etico e alle convinzioni dominanti quindi il non rispetto di una norma, che comporta però anche un giudizio morale, da cui consegue indesiderabilità sociale. L’ambiente sociale, che esprime delle norme che il deviante viola, esprime sanzioni formali o informali, di tipo punitivo. Queste dovrebbero riportare il deviante all’interno di un comportamento appropriato o emarginarlo dagli individui normali. Ciò che è considerato deviante varia nel tempo, nelle culture, nella categoria sociale. Come le norme sono convenzionali, anche un comportamento è deviante sulla base della volontà e del potere della classe dominante, che tende ad imporre all’intera società i modelli di comportamento che sono accettabili e quelli che sono invece interdetti.
I disturbi mentali sono considerati una forma di devianza. Il concetto di devianza esiste sempre in riferimento ad una norma, ed è quindi la violazione di norme ritenute giuste, morali, in opposizione dunque al codice etico e alle convinzioni dominanti quindi il non rispetto di una norma, che comporta però anche un giudizio morale, da cui consegue indesiderabilità sociale. L’ambiente sociale, che esprime delle norme che il deviante viola, esprime sanzioni formali o informali, di tipo punitivo. Queste dovrebbero riportare il deviante all’interno di un comportamento appropriato o emarginarlo dagli individui normali. Ciò che è considerato deviante varia nel tempo, nelle culture, nella categoria sociale. Come le norme sono convenzionali, anche un comportamento è deviante sulla base della volontà e del potere della classe dominante, che tende ad imporre all’intera società i modelli di comportamento che sono accettabili e quelli che sono invece interdetti.
DEFINIZIONE DI NORMALITA' E IL SUO COMPLETAMENTO ULTIMO
È rilevante porre l’accento sulla relatività sociale del concetto di follia: molte società, infatti, approvano comportamenti che noi invece definiamo anormali, e hanno un atteggiamento di tolleranza nei confronti delle persone svantaggiate improduttive, a differenza delle società industrializzate, in cui chi non produce perde contrattualità sociale (e quindi valore e potere nei rapporti con gli altri). Basti pensare agli sciamani che credono fermamente di poter curare i malati con rituali e formule magiche, o ai visionari. Ma se fosse “la persona svantaggiata” a riuscire essa stessa nella sua situazione in cui non ha nulla da perdere ad iniziare uno studio su quelle che sono considerate le persone normali e che lei riesce a vedere esaminando distaccatamente? In questa maniera nitida e chiara è quella che l’uomo definisce “NORMALITA” ed allora “nitido e chiaro” è ciò che manca all’uomo per completare questo suo stato raggiungendo un senso di pienezza totale che riesce a completare quello materiale: LA FELICITA’ INTERIORE.
È rilevante porre l’accento sulla relatività sociale del concetto di follia: molte società, infatti, approvano comportamenti che noi invece definiamo anormali, e hanno un atteggiamento di tolleranza nei confronti delle persone svantaggiate improduttive, a differenza delle società industrializzate, in cui chi non produce perde contrattualità sociale (e quindi valore e potere nei rapporti con gli altri). Basti pensare agli sciamani che credono fermamente di poter curare i malati con rituali e formule magiche, o ai visionari. Ma se fosse “la persona svantaggiata” a riuscire essa stessa nella sua situazione in cui non ha nulla da perdere ad iniziare uno studio su quelle che sono considerate le persone normali e che lei riesce a vedere esaminando distaccatamente? In questa maniera nitida e chiara è quella che l’uomo definisce “NORMALITA” ed allora “nitido e chiaro” è ciò che manca all’uomo per completare questo suo stato raggiungendo un senso di pienezza totale che riesce a completare quello materiale: LA FELICITA’ INTERIORE.
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